RIVOLUZIONE E LOTTA QUOTIDIANA by errico malatesta

RIVOLUZIONE E LOTTA QUOTIDIANA by errico malatesta

autore:errico malatesta [malatesta, errico]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: no cover, anarchist library, italiano, archivio italiano
pubblicato: 2012-02-13T08:27:49+00:00


Voi propugnate, dice 1’Avanti!, 1a resistenza operaia nel campo economico per migliorare le condizioni degli operai; ma siccome vi sono miglioramenti impossibili ad ottenersi mediante la semplice resistenza ed ancor meno si può con la resistenza abolire il capitalismo, la logica vi porterà necessariamente alla resistenza politica… che per l’Avanti! è sinonimo di lotta elettorale.

L’Avanti! non ha pensato (quantunque il passaggio da esso soppresso nella citazione delle mie parole lo faceva chiaramente intendere) che la logica potrebbe portarci,e ci porta infatti, alla rivoluzione.

Noi crediamo, per lo meno quanto l’Avanti!, che l’organizzazione corporativa, la resistenza economica e tutto quanto si può fare nel regime attuale, non può risolvere la questione sociale e che, a parte gli effetti morali, appena serve ad assicurare ad una frazione del proletariato dei miglioramenti che bisogna poi difendere con una lotta continua contro le insidie sempre rinascenti dei padroni e siamo convinti che la libertà ed il benessere assicurati a tutti non si avranno se non quando i lavoratori si saranno impossessati dei mezzi di produzione ed avranno avocato a loro l’organizzazione della vita sociale, e che per far questo bisogna sbarazzarsi del potere che sta a guardia del capitalismo e si arroga il diritto di sovranità su tutto e su tutti. Ma crediamo che la lotta elettorale non vale a debellare il potere, e che se anche lo potesse, non farebbe che passarlo in mano di altri senza nessun vantaggio sostanziale per il popolo; e perciò ci sforziamo di allontanare i lavoratori da un mezzo illusorio e dannoso, ed affrettiamo coi voti e coll’opera il giorno in cui, cresciuta a sufficienza la coscienza e la forza dei lavoratori, questi affermeranno coi fatti la ferma decisione di non volere più essere né sfruttati né comandati, e prenderan possesso, direttamente e non per delegati, della ricchezza e del potere sociale. Ché se poi questa determinazione dei lavoratori comincerà a manifestarsi mediante il rifiuto del lavoro o il rifiuto del servizio militare o il rifiuto di pagare i fitti ed i dazi, o la confisca popolare dei generi di consumo, o le barricate e le bande armate, è questione che risolveranno le circostanze e che, comunque risoluta, menerà sempre agli stessi risultati: il conflitto violento tra il vecchio mondo che si ostina a vivere ed il nuovo mondo che vuol trionfare sulle rovine di quello.

L’Avanti! a quel che pare ci ha completamente fraintesi: esso ha creduto che noi abbiam cessato di essere rivoluzionari.

Ed invece noi crediamo più che mai nella necessità della rivoluzione; e non già nel senso “scientifico” della parola, nel qual senso spesso si chiamano rivoluzionari anche i legalitari, ma nel senso “volgare” di conflitto violento, in cui il popolo si sbarazza colla forza della forza che l’opprime, ed attua i suoi desideri fuori e contro tutta la legalità.

La nostra evoluzione si riduce a questo: che avendo visto che coi vecchi metodi la rivoluzione non si faceva né sì avvicinava, abbiamo abbracciato metodi che ci sembrano più atti a prepararla ed a farla.

I socialisti democratici credono



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